laboratorio esperienziale in Vivaio

“Che cosa è il fiore?

La risposta si trova all’interno del fiore.

Per accedere al fiore ho creato un luogo dove poterlo incontrare, un luogo speciale, direi intimo, assolutamente segreto, individuale e unico; uno “spazio scenico” che definisce nel cerchio la sua forma, perché nel cerchio il fiore è a suo agio e scopro che anche io, in qualità di essere vivente, sono a mio agio.

Quel cerchio è il luogo dello spazio scenico dove va in scena il racconto del fiore che si manifesta a me, e si racconta: é questo l’essenziale.

E come riflesso, aprendosi lui mi apro io. Inizia l’ascolto come accade in teatro dove lo spettatore ascolta l’attore riflettendosi in esso. L’attore in questo caso è il fiore che si manifesta attraverso il suo raccontarsi e permette a me spettatore di riflettermi nel suo racconto.

“Il mandala è il codice di questo linguaggio: è il luogo dell’incontro tra ciò che si rappresenta dentro lo spazio scenico e io che non solo osservo ma agisco appoggiandomi sulla manifestazione del fiore attraverso gli elementi del suo colore, della sua forma, e mi invita a farne esperienza: vivo il suo colore, le sue forme e nel viverle creo un ritmo, lo faccio con un ritmo che silenziosamente riconosco essere il ritmo del fiore. Quindi nella musica che si genera accade il silenzio. Nell’ascolto di me spettatore che agisco e creo attraverso l’uso dei colori entro nello spazio del mandala e inizio ad ascoltare che ogni colore ha un suo ritmo ovvero una sua “tonalità”, che ogni forma ha un suo ritmo ovvero un “carattere”; inizio a cogliere il valore e la qualità della sfumatura, ovvero i “sentimenti” e le emozioni che suscita l’uso di un colore piuttosto che di un altro; ascolto il gesto che utilizzo per stendere il colore, ovvero l’”intensità” che utilizzo per raggiugere quel colore, quella particolare gradazione….

Tutto avviene nel ritmo del pulsare del centro umano, ovvero del cuore che riconosce il fiore come una parte del Se.

Non scopro solo il colore e la forma ma scopro e vivo il ritmo del fiore e si riaccendono alla memoria le leggi del cosmo. Tutto è condensato e rappresentato nel cerchio, in questo spazio circoscritto del fiore mandala.

Quel segno del cerchio con il riconoscimento del suo punto centrale equidistante inizia ora ad assumere di significato, rappresentandosi/mi dall’interno… e sento che in quel cerchio è presente il cielo stellato, ci sono le leggi del cosmo, e se ci sono le leggi del cosmo ci sono riflesse le leggi dell’uomo, ovvero della vita del macrocosmo e del microcosmo come riflesso del macro.” Silvia Caringi in Toni